• Doping e tumori

I recenti dati del giudice Guarinello - riferiti ad uno studio del Ministero della Sanità sulla possibile associazione tra tumori e doping, che avrebbe portato a morte precoce numerosi giocatori di calcio, e in attesa di vedere tali dati pubblicati su una rivista medica - impongono un’analisi approfondita del fenomeno. Prima di tutto bisogna fare chiarezza: la creatina, per esempio è un amminoacido presente nei tessuti e particolarmente nel muscolo che è un importante elemento nella fase anaerobica della contrazione muscolare, ma che non trasforma assolutamente un normale atleta in campione. In realtà la creatina assunta nella sua forma sintetica reintegra soltanto le perdite della creatina endogena causate dall’attività muscolare intensa ed il surplus di creatina assunta ad alti dosaggi rimane inutilizzata e viene prontamente eliminata con le urine. Nei giocatori di calcio l’assunzione di creatina serve soltanto a reintegrarne le perdite che si verificano durante una partita e quindi non si tratta assolutamente di doping. Diverso ovviamente è il problema degli steroidi anabolizzanti, derivati sintetici del testosterone, fondamentale ormone naturale maschile prodotto dai testicoli responsabile della muscolarizzazione e dello sviluppo dei tessuti durante l’età adolescenziale ed adulta del maschio. Vasto è il loro uso per fini "sportivi" sia da parte dei professionisti di molte discipline sportive che frequentatori di palestre, di culturismo e body building addirittura da molti amatori, in particolare del ciclismo. Gli anabolizzanti aumentano la massa muscolare e la forza, la capacità di sostenere sforzi intensi e di lunga durata senza cedimenti fisici, anche se l’entità dei vantaggi ed i fattori che li influenzano non sono ancora completamente chiari. Non si sa comunque quali siano i livelli di frequenza, la durata e l’intensità degli allenamenti da accompagnare all’assunzione degli steroidi perché si abbiamo i risultati desiderati. I rischi sanitari sono elevati e variano a seconda del tipo di steroidi usati, il dosaggio, l’età di inizio e l’eventuale assunzione di altri farmaci e la durata del loro impiego. Problemi meglio documentati riguardano il fegato e l’apparato riproduttivo ma si nutrono molti sospetti anche relativamente a problemi cerebro-spinali, immunitari, cardiaci, alla prostata ed oncologici. L’assunzione degli anabolizzanti comporta una diminuzione del testosterone prodotto autonomamente dall’organismo e il nostro corpo può arrivare addirittura a sospenderne la produzione provocando la riduzione della dimensione dei testicoli, del numero e della mortalità degli spermatozoi. Nelle donne invece l’uso degli steroidi è associato a un processo di mascolinizzazione con irregolarità mestruali, abbassamento della voce, riduzione del seno, perdita dei capelli, aumento dell’acne e dei peli corporei. Complicazioni più grave per altro sono quelle oncologiche, in quanto già si verificano casi di tumori, in particolare al fegato, alla prostata e reni, e potrebbero aumentare nel tempo soprattutto in coloro che hanno assunto per molto tempo degli steroidi anabolizzanti, come sembra vi sia evidenza nei ciclisti in Francia. Per quanto riguarda l’eritropoietina, questo è un ormone che è prodotto dal rene e che stimola il midollo osseo a produrre globuli rossi e viene usato perché aumenta le capacità energetiche nell’attività sportiva ed è stato ampiamente usato nello sport, in particolare nel ciclismo. Le complicazioni più gravi associate con l’aumento sproporzionato dei globuli rossi sono trombosi, ipertensione, scompenso di cuore e danni cerebrali. Inoltre, poiché per evitare le complicazioni trombotiche, gli atleti spesso assumono anticoagulanti, vi possono essere complicazioni emorragiche gravi. L’eritropoietina ha senz’altro già prodotto morti tossiche negli atleti proprio a causa delle sue complicazioni cardiovascolari e purtroppo è prevedibile che cirrosi e tumori al fegato saranno una complicazione tardiva del suo uso. Complessivamente non vi sono ancora prove di quanto diffuso sia l’uso di steroidi anabolizzanti e dell’eritropoietina nel calcio, ma certamente negli ultimi anni qualche cambiamento si è verificato soprattutto tenendo conto dell’arrivo di medici e massaggiatori dell’ambiente del ciclismo dove queste pratiche di doping sono molto comuni. Si è forse arrivati in tempo per stroncare questo fenomeno anche nel calcio, uno dei pochi sport popolari dove apparentemente questo fenomeno è abbastanza limitato. Certo è necessario sottolineare ancora una volta che la cultura della salute deve essere rafforzata nello sport ed evitare per esempio che chi stigmatizza l’ipotetico uso della droga nel calcio lo faccia con la sigaretta in bocca sul campo di gioco e sotto gli occhi della televisione.

 

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