• Inquinamento elettromagnetico e cancro

La comunità scientifica nazionale si trova quasi sempre impreparata alle ormai periodiche crisi mediatiche (solo per citarne alcune: UK101, Di Bella, uranio impoverito, onde elettromagnetiche) che ci vengono propinate per motivi non chiari e che meriterebbero senz'altro un'approfondita analisi.
Come prevedibile dall'assenza di plausibilità biologica su cui si basano le suddette crisi, queste si risolvono in una bolla di sapone, lasciando però sul terreno strascichi dannosi ed irreparabili talvolta per i pazienti e sempre per la credibilità e l'immagine della comunità scientifica e della fiducia (o sfiducia) della gente nella stessa.
La disamina del Prof. Benedetto Terracini (Tempo Medico n. 702, pag. 2) è senz'altro apprezzabile e condivisibile dai ricercatori esperti del problema, ma mal si pone, a mio parere, nel dibattito con le altre componenti della società civile, in particolare i politici, i mass media e la gente comune, che non aspettano altro per poter "speculare" sulle cosiddette divisioni tra i ricercatori. Partendo comunque dalla ultime righe del commento del Prof. Terracini, a mio parere non è che la comunità scientifica voglia essere prepotente nei confronti dei politici o dei governanti (mi verrebbe da dire magari fosse vero!), ma è esattamente il contrario: non siamo assolutamente tenuti in considerazione e le nostre opinioni vengono spesso strumentalizzate per mettere in risalto presunte divisioni e poter continuare a prendere decisioni non sulla base delle conoscenze scientifiche accettate dalle agenzie nazionali ed internazionali accreditate al riguardo. Invece quale firmatario prima dell'appello a Ciampi e poi del telegramma di solidarietà al Ministro Veronesi e co-fondatore del neo-costituito movimento Galileo 2001, condivido le osservazioni del Prof. Renato Ricci, Presidente Onorario della Società Italiana di Fisica e già Presidente della Società Europea di Fisica, primo firmatario prima dell'appello a Ciampi e poi del telegramma di solidarietà al Ministro Veronesi e co-fondatore del movimento Galileo 2001, e che qui riporto:
- la legge quadro che vorrebbe proteggere dal presunto inquinamento elettromagnetico e recentemente approvata dal Parlamento italiano e' il risultato di una campagna allarmistica ingiustificata e di una evidente disinformazione tanto più preoccupante quanto piu' risulti opera di ambienti di governo. Infatti, a leggere i rapporti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, cntrariamente a quanto affermato a piu' riprese da organi d'informazione, non e' vero che le radiazioni elettromagnetiche alle frequenze industriali (elettrodotti) o a radiofrequenza (onde radio, telefonini..) entro i limiti di esposizione suggeriti dalla Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni non ionizzanti (ICNIRP) e fatti propri dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, siano un rischio per la salute;
- contrariamente a quanto affermato in sede di Commissione parlamentare istruttoria prima dell'approvazione della legge-quadro, non e' vero che la comunita' scientifica ritenga che si debba adottare, in questo caso, una politica fondata sul principio di cautela. E' esattamente il contrario. Tanto da far raccomandare dall'Unione Europea l'adozione dei limiti ICNIRP e non ulteriori riduzioni degli stessi, come vuole invece il nostro paese, unico tra i paesi europei;
- contrariamente a quanto affermato allo scopo di giustificare i cosiddetti "limiti di cautela", non e' possibile -e così recita l'OMS- :"esercitarsi in speculazioni su presunti effetti a lungo termine per stabilire linee-guida o standard; l'evidenza globale non indica che i campi elettromagnetici causino effetti sanitari a lungo termine, come il cancro".
Infine l'applicazione di tale dispositivo di legge, se attuato nei termini proposti per i limiti di cautela, comporterebbe costi per il piano di risanamento per i soli elettrodotti dell'ENEL che vanno da 40.000 a 50.000 miliardi di lire (dati ENEL, ENEA, ANPA) (e il doppio per gli obiettivi di qualita'), oltre a comportare , il che non viene detto, problemi seri di impatto ambientale, a causa delle opere di scavo con interazioni su "aree protette" e prevedibili contenziosi con le popolazioni e le Amministrazioni locali. E' senz'altro necessario continuare a studiare la connessione tra onde elettromagnetiche e cancro, ma allo stato attuale delle cose, come recita una delle raccomandazioni conclusive del documento tecnico sulla base del quale il Ministro Veronesi ha ritenuto ad oggi di non sottoscrivere il decreto, "La letteratura scientifica non evidenzia alcun consistente e significativo legame tra il cancro e i campi elettromagnetici, e non è stato identificato alcun meccanismo biofisico plausibile per l'iniziazione o la promozione del cancro da queste sorgenti. Le ricerche epidemiologiche e biofisiche/biologiche, in particolare, hanno fallito nell'avvalorare quegli studi che hanno segnalato specifici effetti avversi conseguenti all'esposizione a tali campi, e ogni congettura che ha tentato di collegare il cancro all'esposizione a tali campi si è rivelata scientificamente insussistente".

 

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