• I limiti della libertà di cura

Queste considerazioni riguardanti i trattamenti non convenzionali nella terapia del cancro ed il metodo scientifico che è alla base invece dei trattamenti convenzionali, potrebbero essere utili a quelle componenti della società civile coinvolte in questa problematica, in particolare i pazienti, i loro familiari, i medici, i politici e gli operatori dei media. Da quando esiste una medicina convenzionale, esiste anche una medicina alternativa, anche se quello che interessa tutti, medici e pazienti, è la medicina che funziona. Ma come fare per determinare cosa funziona? La differenza più importante tra medicina convenzionale e medicina alternativa sta nel metodo con il quale si conducono gli studi, si valutano i risultati dei trattamenti e si riportano alla comunità scientifica ed alla popolazione generale. I risultati della medicina ufficiale sono prima riportati, discussi e confermati in ambito medico, e questo avviene nell'ambito naturale di questo dibattito, e cioè i congressi delle specialità oncologiche e le riviste scientifiche, e poi possono eventualmente essere comunicati alla popolazione generale. Diversamente invece si comporta la medicina alternativa che quasi mai si sottopone ai comitati etici come la medicina convenzionale, ma non riporta i risultati dei suoi studi nell'ambito medico, e passa direttamente a riferirli alla popolazione generale, spesso attraverso i media e comunque senza il vaglio della comunità scientifica.Purtroppo l'opinione pubblica spesso non sa apprezzare la differenza che esiste tra i risultati della medicina ufficiale e della medicina alternativa, e sull'onda degli strabilianti risultati riferiti e della sovente riportata assenza di tossicità, è sempre più favorevole a quest'ultima, dimenticando gli indubbi progressi che la medicina ufficiale ha portato in questo secolo alla popolazione, almeno dei paesi occidentali, e che hanno contribuito ad un prolungamento significativo della spettanza di vita. Inoltre la comunicazione tra il medico che propone la terapia oncologica ed il paziente è molto diversa nella medicina ufficiale rispetto a quella alternativa. L'articolo 32 della Costituzione prevede che nessuno possa essere sottoposto ad un trattamento medico o chirurgico contro la propria volontà, e cioè senza essere informato. Il medico si impegna all'informazione, che peraltro deve essere veritiera, oltre che completa, al paziente che reso cosciente si affida alla competenza del medico stesso. La libertà di cura, tanto sbandierata e richiesta dai mass-media e da una vasta fetta della popolazione italiana anche per il caso Di Bella, si deve quindi basare sul consenso informato del paziente, al quale vanno prospettate le terapie sulla base dei risultati disponibili nella letteratura medica. Non è ovviamente etico proporre trattamenti che non sono riportati sulla letteratura medica e comunque che non hanno alcun vaglio della comunità scientifica. Pertanto la libertà del paziente di curarsi come meglio pensa va correttamente compresa. La libertà si basa senz'altro sul diritto di scegliere se e come curarsi o di non curarsi affatto, ma non si traduce nel diritto di pretendere e di ricevere conseguentemente dal medico curante qualsiasi trattamento, come quelli che i medici reputino con fondatezza inappropriati, inefficaci o addirittura dannosi. Questa libertà di cura non può quindi prescindere dalla ricerca di una corretta informazione e comunicazione nel rapporto con i medici curanti. E' ovvio che sarebbe auspicabile abbandonare il rapporto paternalistico medico-paziente che si è mantenuto per molto tempo nell'ambito anche della pratica medica italiana e passare senz'altro ad un rapporto di cooperazione tra medico e paziente sul tipo di terapia e sull'evoluzione del tumore del quale il paziente è affetto, ma non si può mentire al paziente proponendo terapie di non provata efficacia e che comunque sarebbero in alternativa a terapie di provata efficacia. Vorremmo arrivare a poter testare con il metodo scientifico le terapie non convenzionali così da poter eventualmente scoprirne delle efficaci da poter aggiungere ai trattamenti convenzionali attuali, per poter ulteriormente migliorare i risultati delle terapie oncologiche. A questo scopo, nell'ambito di uno studio coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità sulle medicine non convenzionali, il mio gruppo ad Aviano sta studiando il problema delle medicine non convenzionali in oncologia ed è arrivato per ora a valutare quasi 200 pazienti oncologici per indagare questo fenomeno, sulla sua diffusione e su quali sono le sue caratteristiche principali. Il prossimo passo potrebbe essere quello di valutare i principali ed anche in Italia frequentemente impiegati trattamenti alternativi nel cancro passando attraverso un comitato etico ed una valutazione secondo il metodo scientifico.

 

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