• Io, contrario al metodo ma l'intento era sincero

Il prof. Luigi Di Bella è stato mio professore di fisiologia all’Università di Modena quando ero studente di medicina e di lui ho sempre mantenuto un buon ricordo: mi colpiva a quel tempo, come anche in seguito, il suo entusiasmo e le sue idee abbastanza rivoluzionarie nella terapia dei tumori. Nonostante non abbia condiviso il suo approccio alla terapia del cancro con la sua famosa terapia, e nonostante i risultati negativi della sperimentazione condotta nel nostro paese, almeno secondo i parametri che tutto il mondo adotta per la valutazione di un trattamento oncologico, riconosco senz’altro al prof. Luigi Di Bella una sincerità di intenti. Purtroppo però, probabilmente molta gente non sa che quando si parla di cancro, si parla effettivamente di oltre 100 malattie diverse tra loro per cause che le determinano, per la storia naturale e per la risposta ai trattamenti. Mentre alcuni tumori possono essere spesso guariti con le armi a nostra disposizione, soprattutto la chirurgia, ma anche la radioterapia e la chemioterapia, spesso combinate fra di loro, altri tumori invece non risentono positivamente dei trattamenti convenzionali e per questo tutti noi oncologici siamo pronti ad accettare nuovi approcci terapeutici, purché si dimostri che siano efficaci ed accettabili dal punto di vista della tossicità. È necessario pertanto sottoporre ogni nuova terapia ad una serie di valutazioni che, nel caso della terapia Di Bella, non ha passato il vaglio della valutazione scientifica che è stata pur messa in campo, con uno studio che non solo ha coinvolto tutti gli istituti dei tumori italiani, ma che ha avuto la supervisione dei maggiori esperti mondiali della terapia del cancro. D’altra parte, pensare che con un tipo di trattamento, qualsiasi esso sia, si possa avere un impatto su 100 e più malattie diverse fra di loro e che notoriamente rispondono ai trattamenti in maniera molto diversa (pensiamo per fare solo qualche esempio ad un tumore del cervello, ad un tumore della prostata, ad un linfoma e ad un tumore della mammella) era del tutto poco probabile. Certamente in alcuni pazienti la terapia Di Bella ha potuto portare dei vantaggi sintomatici anche per il semplice fatto che tra i 10-15 farmaci che vengono impiegati in questa terapia, vi è, per esempio, un ormone sintetico che si chiama ACTH (nome commerciale Synacten), farmaco molto impiegato anche dagli oncologi in quanto può far stare molto meglio un paziente oncologico avanzato perché può ridurre i sintomi ma purtroppo molto raramente il tumore stesso. Inoltre, tra i farmaci della terapia Di Bella vi erano quasi sempre dei chemioterapici antitumorali veri e propri, come quelli che usano gli oncologi medici, come la Ciclofosfamide (nome commerciale Endoxan), che come viene impiegata nella terapia Di Bella ha una sua propria attività antitumorale che fra l’altro può portare non solo a risposte cliniche ma anche a tossicità anche grave a carico del midollo osseo, come abbiamo potuto verificare in alcuni pazienti. Ovviamente questo classico farmaco antitumorale non viene impiegato al meglio nella terapia Di Bella secondo i criteri oncologici accettati in tutto il mondo. Tra l’altro il prof. Di Bella, nonostante quanto da lui affermato, almeno stando a quanto emerge da PubMed della National Library of Medicine, che è la raccolta delle pubblicazioni scientifiche apparse sulle riviste mediche internazionali, e che è disponibile a tutti su Internet, non ha mai riportato i propri dati sull’efficacia del trattamento sui pazienti nelle pubblicazioni che rientrano in questa analisi. Comunque, nonostante l’insuccesso della terapia Di Bella e le molte speranze che non sono state soddisfatte in migliaia di pazienti che purtroppo sono morti nonostante il trattamento, la morte del prof. Di Bella mi ha molto rattristato e da oggi mi mancherà certamente un personaggio come lui che, pur nell’errore scientifico, si batteva senza dubbio con genuinità di intenti, per il benessere dei malati.

 

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