Paolo Ajmone Marsan - Giuseppe Bertoni - Antonio Gaspari

Leonard Gianessi, - Piero Morandini - Giorgio Poli

 

BIOTECNOLOGIE:

I VANTAGGI PER LA SALUTE

E PER L’AMBIENTE

 

21mo SECOLO

 

PREFAZIONE

di Umberto Tirelli

Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica

Istituto Nazionale Tumori di Aviano

www.umbertotirelli.it

 

Tutti coloro che stanno cominciando a leggermi, volenti o nolenti, sono il risultato di un lungo processo evolutivo che ha comportato anche modificazioni genetiche spontanee. Nel corso di centinaia di migliaia di anni siamo andati incontro a mutazioni genetiche continue e siamo molto diversi e si spera migliori dell’uomo di Neandertal di centomila anni fa. Ciò non vale solo per l’uomo, ma anche per tutti gli esseri viventi, piante e animali che si sono geneticamente modificati nel corso dell’evoluzione naturale.

Le biotecnologie che abbiamo oggi a disposizione sono l’espressione concreta e applicativa delle nostre conoscenze sul DNA e dovrebbe essere a tutti evidente che, così come nell’ambito medico queste conoscenze ci hanno permesso dei passi da gigante, qualcosa di analogo avverrà anche per l’agricoltura proprio perché riusciremo a controllarla meglio e migliorarla. Le piante geneticamente modificate sono appunto il segno più concreto e palpabile di questo progresso.

Tutti voi sapete che nel secolo scorso la produzione agricola veniva migliorata attraverso l’ibridazione incrociando piante appartenenti a varietà diverse nell’ambito della stessa specie oppure incrociando piante appartenenti a specie diverse, mescolando il loro patrimonio genetico. Oggi lo stesso processo viene fatto in laboratorio in modo molto più preciso e mirato, intervenendo su un singolo o pochi geni per modificare o introdurre nel vegetale un carattere specifico lasciando invariati gli altri geni. Gli alimenti che noi abitualmente troviamo sulla nostra tavola sono il risultato di secoli di selezioni, incroci, ibridazioni, compiuti su animali e piante per ottenere alimenti migliori e le biotecnologie vegetali hanno lo stesso obiettivo: per questo sarebbe meglio parlare di organismi geneticamente migliorati piuttosto che semplicemente di organismi geneticamente modificati (OGM).

Prendiamo il caso del mais che viene in parte danneggiato da alcuni insetti. Per limitare questi danni vengono spesso usate grandi quantità di fitofarmaci, che, pur non rappresentando un rischio per la salute dei consumatori, sono un costo ed un danno ambientale. Le biotecnologie hanno permesso di ottenere piante di mais capaci di autoproteggersi dall’attacco della piralide, l’insetto che danneggia le coltivazioni di mais, perchè la pianta produce una sostanza tossica per la piralide ma non per l’uomo. Questo processo non solo evita di impiegare gli insetticidi, ma offre importanti benefici alla salute umana, infatti, la piralide favorisce lo sviluppo di funghi che producono micotossine, sostanze cancerogene responsabili del tumore del fegato. Pertanto, chi coltiva mais cosiddetto naturale, con la disponibilità di utilizzare mais geneticamente migliorato, continua paradossalmente ad eseguire una azione "cancerogena". Per quanto riguarda la salute, va detto chiaramente che i numerosi studi intrapresi, sostenuti anche da organismi internazionali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la FAO e l’Unione Europea, ecc. confermano che gli OGM non sono meno salubri delle varietà convenzionali in commercio. Parlare quindi di principio di precauzione riguardo a questi prodotti, senza tenere presenti questi studi, e’ quantomeno fuorviante. Ormai in molte parti del mondo e non solo negli Stati Uniti e in Canada, ma anche in Brasile, in India, in Cina e in Australia milioni di contadini coltivano e centinaia di milioni di consumatori si cibano di organismi geneticamente migliorati senza riportare alcunché di anomalo. Anzi gli OGM dovrebbero essere impiegato per combattere al meglio la fame nel mondo; per fare un esempio, attraverso la modificazione di un solo gene i pomodori potrebbero conservarsi molto più a lungo e quindi essere consumati prima di marcire a causa della scarsa qualità dei sistemi di trasporto e conservazione esistenti in molti paesi in via di sviluppo.

Sostanzialmente la lotta agli organismi geneticamente migliorati e’ spesso solo ideologica, contro i "cattivi", (i soliti americani), farcito di slogan privi di buon senso tipo "la natura i suoi prodotti non si toccano", ma gli stessi discorsi senza senso venivano fatti ai tempi dell’introduzione dei vaccini (ancora vengono fatti oggi) o della carne in scatola o della adozione del frigorifero, ecc. In questa battaglia di retroguardia, che non può vincere contro l’innovazione tecnologica in atto, io sono personalmente discriminato in quanto non posso mangiare cibi geneticamente migliorati, che ritengo nettamente migliori e più controllati rispetto ai cibi cosiddetti naturali, in quanto in Italia questa possibilità non esiste ancora, mentre esiste in tante parti del mondo. Ovviamente tutti questi processi devono essere controllati attentamente, come succede oggi, e sottoposti agli organismi di controllo nazionale e internazionali, che non sono, come molti pensano, corrotti o sotto il controllo dell’industria. Infatti, chi ha esperienza di questi meccanismi sa quanti prodotti vengano bocciati perché non soddisfano i requisiti necessari, requisiti che invece gli organismi geneticamente migliorati hanno dimostrato di possedere.

 

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